Due giovani macchinisti di un treno che viaggia lungo la linea del Brennero concordano nell'individuare negli affetti la loro patria. "Heimat"... è difficile da tradurre in italiano. È il luogo in cui "ci si sente a casa", di cui sentiamo di far parte. Alto Adige o Südtirol? Questa terra dai diversi nomi è stata spesso lacerata da logiche di esclusione e di antagonismo. Il patriottismo tirolese ottocentesco, caratterizzato dalla fedeltà al cattolicesimo e alla dinastia asburgica, fu messo in crisi dalle lotte nazionali che dilaniavano l'intera monarchia danubiana. Alle sempre più forti richieste autonomistiche del Trentino (Welschtirol) risposero le mobilitazioni antirredentistiche del Tirolo tedesco. Dopo l'annessione e sotto il tentativo di assimilazione forzata della nuova provincia, la parola Heimat finì col definire lo spazio comunitario e familiare contrapposto a quello pubblico, sentito come estraneo e nemico. Il risultato delle opzioni del 1939 sembrò sancire il sacrificio della «piccola Heimat» sudtirolese all'idea del «grande Reich», mentre si rafforzava la presenza del gruppo italiano in provincia in seguito a diverse ondate migratorie. Il secondo dopoguerra riproporrà la questione della «patria» nei suoi diversi aspetti: diplomatico e istituzionale, culturale e identitario. La sfida dell'autonomia altoatesina è oggi quella di rappresentare una «casa comune», in cui i gruppi e le persone possano sviluppare il sentimento di una propria appartenenza.