Un doganiere e un poliziotto presidiano l'ultimo confine dell'Alto Adige quello con la Svizzera. Nell'era premoderna i confini erano determinati da criteri pratici ed economici piuttosto che ideologici. Nelle regioni alpine le cronache registrano interminabili e spesso violente contese tra comunità confinanti per il possesso dei pascoli più fertili. Nel corso dell'Ottocento, con la nascita dello Stato-nazione, si rafforzò il carattere esclusorio e delimitante dei confini. Il confine italo-austriaco che scaturì dalla pace di Saint-Germain si conformò, con qualche eccezione, al concetto geopolitico della linea del displuvio. Esso fu un confine particolarmente munito e simbolicamente «marcato». Il documentario individua i vari modi di «passare il confine» che si sono succeduti fino ad oggi: da quello legale degli emigranti in cerca di lavoro e dei turisti in cerca di svago, a quello clandestino dei contrabbandieri o dei profughi in cerca di una patria. L'attenuazione dei confini conseguente al processo di integrazione europea è stato accolto da molti con sollievo e con speranza; sotto una diversa prospettiva, ha decretato il rapido, inesorabile declino delle località di confine, che fino ad allora si erano sviluppate in veri centri commerciali transfrontalieri.